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Lavoro lunedì 28 ottobre 2019 ore 17:51

Jsw, "è arrivato il momento di dire la verità"

Camping Cig scrive a Comune e Governo. I sindacati nazionale chiedono una data al Mise. Usb incontra la Regione per la formazione



PIOMBINO — "Siamo ad un passo dalla data in cui Jindal dovrebbe presentare il vero piano industriale con la possibilità, sempre più remota, della costruzione di forni elettrici che permettano di tornare a colare acciaio. Dopo il disastro Rebrab, siamo in presenza di una fabbrica in cui, a più di un anno dall'avvento di Jindal, non sono stati effettuati nemmeno gli investimenti per il revamping dei treni esistenti e ci troviamo di fronte a condizioni di mercato sempre piu' critiche: apprendiamo dalla stampa che nei primi nove mesi del 2019 JSW Steel Italy ha perso 14,03 milioni di euro (come riportato da Stileliberonews.org). Intanto, aumentano i problemi di sicurezza per i lavoratori in produzione, mentre i cassintegrati si vedono ridurre l’indennità di circa 80 euro al mese, avendo ormai esaurito le ferie". 

Così scrive in una lettera aperta indirizzata a Comune, sindacati e parlamentari legati al territorio l'associazione Art. 1 - Camping Cig sottolineando che a questo punto "sia arrivato il momento della verità". 

"Bisogna avere il coraggio di cominciare a parlare di esuberi per Jsw. - si legge - Governo e azienda giocano allo scaricabarile: non sono in arrivo né i mega-investimenti promessi per l’ acciaio né gli sgravi per abbassare il prezzo dell’energia". 

Per questo l'invito a unire le lotte per "un tempestivo piano B, un forte intervento pubblico per bonifiche, diversificazione economica e una siderurgia ridimensionata rispetto al passato, moderna ed ecocompatibile, lontana dalla città; uscite incentivate per chi è vicino alla pensione o ha altre prospettive lavorative, per tutte le categorie in difficoltà nell’ Area di Crisi Complessa; riapertura dei termini delle domande degli ex esposti ad amianto".

"L’incontro al Mise dovrà almeno chiarire a quali condizioni è possibile produrre acciaio a Piombino e che cosa è possibile salvare del piano Jindal, ammesso e non concesso che qualcosa si salvi. Piano Jindal che, lo ricordiamo, in teoria dovrebbe riportare al lavoro 1550 persone entro il 2024. Per questo chiediamo a istituzioni e sindacati in indirizzo di attivarsi, da subito, per chiedere che si realizzi in tempi strettissimi l'incontro con l’azienda al Mise, che avrebbe dovuto tenersi il 19 settembre scorso. - si prosegue - Chiediamo che non sia l'ennesimo incontro interlocutorio. Ma soprattutto chiediamo sia finalmente il momento della verità: se ci sono i progetti concreti e i soldi da spendere per gli investimenti, che escano fuori subito, in modo chiaro e verificabile". 

Nei giorni scorsi anche i vertici nazionali Fim Fiom e Uilm hanno sollecitato tale incontro, ribadito anche nel consiglio di fabbrica. E proprio ai sindacati il Camping Cig chiede di promuovere forme di mobilitazione per dimostrare al governo che a Piombino i problemi non sono affatto risolti, proprio come a Taranto, e organizzare un grande presidio sotto il Mise per il giorno dell'incontro. 

"Per quanto comprensibile il ritardo dovuto all'avvicendamento del Governo, - si legge in una nota - siamo ormai prossimi ad una serie di scadenze importanti per le quali è vitale rifare il punto della situazione (i 18 mesi per lo studio di fattibilità e il ripristino del pontile in porto entro il 15 novembre, ndr)".

Sul fronte dei corsi formativi e delle politiche attive per i lavoratori dell’acciaieria attualmente in cassa integrazione, in questi giorni l'Unione sindacale di base ha incontrato i responsabili del centro dell'impiego di Piombino e della Regione Toscana. "Per noi devono essere inerenti al lavoro metalmeccanico e ad eventuali mansioni future all’intero dell’azienda ma anche nella prospettiva di un eventuale futuro ricollocamento anche al di fuori della fabbrica. - hanno detto - Il vero problema è che questi percorsi sono stati studiati nella prospettiva di un totale rientro in acciaieria di tutti i lavoratori attualmente in cassa integrazione. Prospettiva che ovviamente noi tutti ci auguriamo, ma che potrebbe non essere effettivamente realizzabile visti gli enormi ritardi nella presentazione del piano industriale e grossi interrogativi che ancora permangono circa la costruzione dei forni elettrici. Chiediamo quindi alla Regione di avere un maggiore impegno e sensibilità sulle politiche attive per i lavoratori in cassa integrazione". 

Intanto per la giornata del 31 ottobre le segreterie nazionali Fim, Fiom e Uilm hanno indetto due ore di sciopero generale della categoria dei metalmeccanici con assemblea nei luoghi di lavoro per chiedere al Governo e alle imprese una svolta nelle politiche industriali per affrontare e dare soluzione ai circa 160 tavoli di crisi aziendali aperti al Ministero dello Sviluppo economico.

Dina Maria Laurenzi
© Riproduzione riservata


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