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Attualità domenica 19 aprile 2020 ore 08:00

​Elisa Granduchessa di Toscana

Un ritratto di Elisa Baciocchi

Su #tuttoPIOMBINO Gordiano Lupi ripercorre la storia di Elisa Baciocchi, principessa di Piombino, in occasione del bicentenario della sua morte



PIOMBINO — Piombino e Lucca, uniti in un solo Principato, non godevano di grande prosperità. Elisa era la vera governante, dotata di carisma e spiccata personalità, che si dette un gran da fare per risollevare le sorti dello Stato. Felice amava il dolce far niente e delegava volentieri le incombenze amministrative alla moglie. Elisa viveva più a Lucca che a Piombino ma non per questo trascurava gli impegni che riguardavano la cittadina tirrenica. Riordinò le milizie, il diritto di ancoraggio, le scuole primarie, le carceri, la vendita dei beni demaniali, istituì il dazio del bollo, aprì l’ufficio del registro e delle ipoteche.

Il 19 dicembre del 1806, il Principe Felice I ordinò la pubblicazione del Codice napoleonico a Piombino, eliminando tutte le normative precedenti. Il Principe restava legislatore sovrano in materia di pascolo, taglio del bosco, pesca e miniere. Il nuovo governatore di Piombino era il colonnello Adolfo Beauvais (1806), persona di provata onestà che restò in carico due anni e morì a Lucca nel 1810. Felice Baciocchi stabilì un nuovo ordinamento doganale a base di imposte su sale, tabacco e carte da gioco, generi che si dovevano vendere solo per conto dell’appaltatore generale. Le dogane prevedevano il diritto di ancoraggio e la gabella di esportazione.

Elisa visitò tre o quattro volte Piombino, trattenendosi in città anche due - tre mesi, perché amava la posizione marina e la vista delle isole dell’arcipelago toscano. Monsieur Talleyrand definiva Elisa “la Semiramide di Lucca”, perché era una donna d’ingegno e d’azione, appassionata al lavoro e all’amministrazione dello Stato, come se fosse un divertimento. Una volta arrivò a lamentarsi con il fratello per il passaggio delle truppe francesi all’interno dei suoi domini. Il governo di Felice I e di Elisa lasciò come importante eredità giuridica un Codice Rurale pel Principato di Piombino, pubblicato il 24 marzo del 1808, cui si aggiunse il Regolamento per l’amministrazione Generale dei Boschi e delle Foreste.

La Francia creò un blocco continentale italiano per presidiare i punti nevralgici, inserendovi anche la città di Livorno, sempre esposta alle vendette inglesi. Napoleone prese possesso anche di Firenze e del Regno di Etruria, formalmente finito, dopo sette anni. La Toscana fu aggregata allo Stato italiano, quindi all’impero francese, e divisa in tre dipartimenti: Arno, Mediterraneo e Ombrone. Governatore della Toscana fu Dauchy, quindi Menou, assistito da una giunta (Dauchy, Chaban, Degerando, Janet) che introdusse in Italia le leggi francesi. Il 3 marzo del 1809, Elisa Baciocchi fu nominata Granduchessa di Toscana. La Principessa fu accolta bene dai nuovi sudditi, soprattutto i fiorentini amarono molto Elisa, Principessa distinta e affabile, di spirito vivace e di animo nobile. Elisa aveva fatto buone cose a Lucca e a Piombino, adesso l’intera Toscana l’attendeva alla prova. In realtà, il potere effettivo restava nelle mani del Direttore dell’Alta Polizia, dell’Intendente del Tesoro, del Comandante delle Forze Militari e dei Prefetti, che dipendevano direttamente da Parigi.

Lucca e Piombino erano formalmente uno Stato unitario e indipendente dal Regno di Etruria. Felice I si faceva chiamare Principe di Lucca e Piombino, mentre Elisa si fregiava del titolo di Granduchessa di Toscana; infatti decreti e ordinanze piombinesi - dal 1809 al 1814 - portano la firma di Felice I. Quando Napoleone si sposò con la Duchessa Maria Luigia, a Parigi, i coniugi Baciocchi parteciparono alle feste nuziali dell’Imperatore e la Principessa sfoggiò un lusso incredibile.

Elisa fu regnante illuminata. Restaurò pubblici monumenti, aprì nuove scuole, frequentò l’accademia, visitò ospedali confortando malati e mangiando insieme a loro. Amava l’arte, teneva preso la sua corte scultori, pittori e poeti, tra questi ricordiamo il Canova, artista che molto stimato dalla Principessa. Tra i lavori compiuti da Elisa a Piombino ricordiamo la Strada Nuova, poi via Maestra Pisana, che collegava Piombino alla torre di San Vincenzo, adesso - in suo onore - Strada Provinciale della Principessa. Elisa si dedicò al recupero ambientale delle paludi presso le foci del Cornia e di altri corsi d’acqua, il cosiddetto Lago di Piombino, che i francesi chiamavano Grand marais de Piombino. I lavori di risanamento idraulico impegnarono l’esercito e persino gruppi di forzati. Fu approntato il fosso della Sdriscia che convogliava le acque del Cornia dirette a bonificare la zona di Campo all’Olmo. Elisa intensificò il lavoro della miniera di allume a Montione, pietra utile per la concia delle pelli, e un piccolo insediamento a pochi chilometri da Suvereto fu denominato Comune di Elisa - Montioni, oggi Montioni - Allumiere. Dicono che Elisa si recasse in questo luogo per fare il bagno in una vasca di marmo nelle acque sulfuree che sgorgavano da una sorgente. Elisa morì proprio dopo un bagno termale, sua vera passione, il 7 agosto 1820, in una palude presso Monfalcone, per l’insorgere di una grave forma febbrile. I Baciocchi ristrutturarono Palazzo Vecchio nella Cittadella e tentarono di unirlo alle dipendenze, il cosiddetto Palazzo Nuovo; inoltre costruirono un giardino tra la cappella e la residenza reale. Davanti alla Cittadella venne aperto un grande spazio pubblico chiamato Piazza Napoleone, dove si trovavano il Palazzo del Governo, la Prefettura, il teatro e l’ospedale.

Nel 1806 Piombino contava 700 abitanti d’estate e quasi il doppio d’inverno. I racconti dei viaggiatori lo descrivono come uno scalo più che come un porto, narrano di una città piccola, ma ordinata e ben costruita. Elisa, che i piombinesi, dopo la Restaurazione, chiamavano affettuosamente la Baciocca, rifece la pavimentazione delle strade, le fogne e le fontane pubbliche. Obbligò i privati a restaurare le case cadenti, specie se si affacciavano sulle vie principali. Fu ristrutturata la Chiesa di Sant’Agostino per renderla degna di una città napoleonica e si progettò di aprire una piazza dei commestibili e un mercato del pesce, iniziative mai portate a compimento. Elisa trasformò Palazzo Appiani della Piazzarella (oggi Piazza Bovio) in un bagno penale. La Principessa trasformò Piombino in un’elegante cittadina napoleonica, ben curata nell’arredo urbano e attenta all’igiene pubblica. Elisa fece costruire tre Case Sanitarie in luoghi insoliti: Porto Vecchio, Foce della Gora e Palude di Scarlino. La Piombino napoleonica visse un periodo intenso caratterizzato da un grande risveglio della vita urbana e della società civile, meritandosi l’appellativo di Piccola Parigi

Qui i link agli articoli precedenti in ordine cronologico:

Napoleone Bonaparte e i francesi a Piombino

Napoleone in Italia - Piombino francese

Elisa Baciocchi

Felice I a Piombino

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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