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Lavoro sabato 01 agosto 2020 ore 20:58

"Piombino abbandonata al suo destino"

Le acciaierie di Piombino

Usb chiede il piano industriale che non c'è. Uglm: "Continuano a prendere in giro una classe operaia allo stremo delle forze". Camping Cig dice stop



PIOMBINO — "Dopo le passerelle della Morani e del presidente della regione Rossi tutto tace, niente di nuovo esce da Roma. Il 24 Luglio è scaduta anche la sorveglianza dello stato da parte di Nardi su Jsw. Il Governo dopo impegni e promesse abbandona Piombino al suo destino lasciano nell'incertezza 2000 lavoratori. La nuova carica in Jsw Carrai diventato vicepresidente esecutivo, aveva esordito con un messaggio 'entro la fine di Luglio presenteremo il piano industriale con al suo interno un forno elettrico, molteplici investimenti e con la completa occupazione nell'arco di 2-3 anni', anche qui niente si è visto". E' l'Unione sindacale di base a esternare dubbi e timori per il rilancio dello stabilimento siderurgico. 

"Siamo ripiombati all'era di Rebrab, quando si arriva al punto di investire sullo stabilimento piombinese con soldi veri tutti si fermato e allungano il brodo. - hanno denunciato - Siamo nell'incertezza più assoluta". Per questo da Usb la richiesta di 5 punti urgenti: l'intervento immediato del Governo con il ripristino della sorveglianza statale immediata; la convocazione di tutte le patri sociali, azienda, comune e regione con il ministro dello Sviluppo Economico; l'intervento dello Stato con l'ingresso nel capitale o nazionalizzazione delle acciaierie; l'inizio delle bonifiche nelle acciaierie per evitare un grave rischio ecologico sanitario per la città di Piombino; la salvaguardia dei quasi 2mila lavoratori e un piano per il lavoro. 

Preoccupazione anche da parte di Uglm che ha ricordato come il manager fiorentino Carrai aveva assicurato che entro il 31 Luglio sarebbe stato presentato il Piano Industriale della multinazionale. "Con rammarico, con delusione e con estrema amarezza, constatiamo che non c'è nessun piano industriale e riteniamo l'atteggiamento del nuovo vicepresidente e dell'azienda, inqualificabile. - hanno commentato - A Piombino dopo anni e anni di difficoltà e di incertezza, cambiano i dirigenti, cambiano gli imprenditori, ma si continua nel solco ormai collaudato, quello di prendere in giro una classe operaia allo stremo delle forze, si continua a prendere in giro un intero territorio. È inaccettabile. Come sindacato riteniamo che occorra subito un incontro con il vicepresidente Esecutivo Carrai, per avere delucidazioni in merito al Piano industriale che aveva promesso di presentare entro il 31 Luglio".

A chiedere la verità sulle intenzioni per le acciaierie di Piombino è anche il coordinamento Art.1 - Camping Cig

"E’ ormai dal 2 giugno che Jindal promette che entro 15 giorni sarà presentato il piano industriale. Quale scusa verrà trovata per scollinare anche agosto per poi arrivare a settembre dove, per l’ennesima volta, ci ritroveremo ancora a discutere esclusivamente di rinnovo della cig? - si domandano e chiedono "la verità sui numeri delle persone che resteranno fuori per iniziare a pensare come gestirli".

"In tutto questo abbiamo una fabbrica con il solo treno rotaie in funzione e con voci di fabbrica che ci dicono che da parte dell’ultimo cliente rimasto Rfi siano arrivate alcune lettere di contestazione che potrebbero portare alla rescissione del contratto di fornitura e/o alla mancata partecipazione alla prossima gara di fornitura. Altra notizia negativa è la mancata partecipazione alla possibilità di accesso a nuove concessioni sull’area portuale completando così in negativo il filotto già intrapreso con le precedenti concessioni dove Jsw era riuscita ad arrivare ultima su tutte e tre le aree a disposizione. - hanno aggiunto - La cosa incredibile, in tutto questo, è che non venga avvertita l’esigenza e l’urgenza assoluta da parte delle organizzazioni sindacali di convocare immediatamente un Consiglio di Fabbrica per coordinare una linea di iniziative da concordare con le Rsu per poi indire un’assemblea pubblica con tutti i lavoratori".

"Ci chiediamo veramente, infine, cos’altro debba succedere per cacciare Jindal e tornare, almeno per il momento, ad una gestione commissariale in attesa del famoso Piano Siderurgico Nazionale invocato da Patuanelli, ci chiediamo cos’altro stiano aspettando sindacati, forze politiche e lavoratori per capire che il castello sta crollando e che molti resteranno sotto le macerie e con esse famiglie intere e tutte le comunità che economicamente dipendono, almeno parzialmente, dal lavoro generato dalle acciaierie".


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