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Attualità venerdì 18 ottobre 2019 ore 08:00

Piano Cave, Wwf guarda a storia e natura

Per il Wwf Livorno il Piano cave rischia di vanificare i percorso di valorizzare dei patrimoni storico archeologico e naturalistic



CAMPIGLIA MARITTIMA — In merito al Piano regionale Cave anche il Wwf Livorno ha stilato una serie di osservazioni da presentare alla Regione Toscana, considerando che il Piano “avrà ripercussionj rilevanti sia per il governo dei territori che per gli indirizzo delle economie locali”.

Per quanto riguarda la Val di Cornia, “il recente Piano Regionale Cave(PRC), prevede che la Val di Cornia diventi un unico e grande distretto estrattivo a livello regionale. - ha illustrato il Wwf in una nota - Nel nostro territorio sono stati così individuati tre comprensori estrattivi: la cava di Monte Calvi nel Comune di Campiglia M.ma, che insieme a quella di SanCarlo (Solvay) nel Comune di San Vincenzo, continueranno ad essere destinati ad estrarrecalcari ad uso industriale; quello che rimane dei calcari di Monte Valerio nel Comune di Campiglia Marittima destinati alle costruzioni; il comprensorio dei calcari di Monte Peloso nel Comune di Suvereto destinati ad usi ornamentali; come sempre ad uso ornamentali sono individuate le due cave dette del Broccatello nel comune di Castagneto Carducci. Dai tre comprensori estrattivi della zona potranno essere scavati complessivamente oltre 30 milioni di metri cubi (mc) di materiali, pari al 16 per cento dell’intero fabbisogno regionale: un quantitativo di poco inferiore a quello previsto per il bacino dei marmi di Carrara, che colloca la Val di Cornia al secondo posto in Toscana per volumi di materiali estraibili dalle cave”.

Le previsioni di estrazione per i prossimi venti anni prevedono un incremento del 22% nelle escavazioni nel comprensorio industriale. 

“Non irrilevante sarebbe un'analisi più approfondita sulla grande trasformazione del tessuto industriale che non riceve più alcun quantitativo di calcare per l'ormai ex ciclo integrale delle acciaierie di Piombino, fermo ormai dal 2014. Nel Piano comunque non si menziona una futura ripresa di tale attività. - prosegue l’associazione ambientalista - Inoltre pesa e non poco la crisi del settore immobiliare che ha ridotto drasticamente la domanda di materiali per l’edilizia e per le varie opere di urbanizzazione. Dal punto di vista di impatto paesaggistico, adesso le cave in Val di Cornia occupano più di 250 ettari di terreno collinare, purtroppo destinati ad aumentare. L’ incremento dei volumi e delle superfici di escavazione, in particolare sui versanti del Monte Calvi, sono in conflitto con la valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico”.

”Nel ed intorno al comprensorio di Monte Calvi, nei Comuni di Campiglia Marittima e San Vincenzo, - hanno aggiunto - esiste un complesso patrimonio archeologico, storico-minerario e naturalistico, solo in minima parte valorizzato, che rappresenta senza ombra di dubbio una risorsa inesauribile (a differenza del materiale estratto dalle stesse cave), patrimonio che sarebbe fondamentale per la riconversione dell’economia locale verso una destagionalizzazione del turismo naturalistico-culturale, che a differenza di quello mordi e fuggi o prettamente balneare è spalmato su tutto l'anno, visto anche il buon clima delle nostre zone”. 

Viene segnalato infatti che nell’area interessata insiste il Parco archeominerario di San Silvestro. Inoltre esiste il Sito d’importanza comunitaria di Monte Calvi fondamentale per la tutela di alcuni endemismi, come la Bivonea del Savi (Jonopsidium savianum), una brassicacea molto rara ed una delle poche specie di interesse comunitario presenti in Toscana. Inoltre vi crescono moltissime specie di orchidee selvatiche e vi vivono alcuni insetti rari come la farfalla Euchloetagis calvensis e i lepidotteri Euplagia quadripunctata e Coenonympha corinna elbana, una farfalla endemica della Toscana. 

”Anche dal punto di vista occupazionale non c'è molta chiarezza, essendo i dati del Piano fermi al 2016. Dal Piano apprendiamo che nel quadriennio 2013-16 la media degli occupati in Val di Cornia è stata del 7,28% rispetto al totale della regione, mentre l’incidenza delle escavazioni sul totale dei volumi estratti in tutta la Toscana è stata del 18,87%. - hanno detto - C’è infine da considerare, come afferma lo stesso Piano Regionale, che tutto il settore è stato oggetto di una crisi strutturale, dovendo fare ricorso più volte agli ammortizzatori sociali. Forse, senza perdere ulteriori posti di lavoro, si potrebbero impiegare i lavoratori anche in quei lavori di recupero e messa in sicurezza dei fronti di cava dismessi, che da troppo tempo sono rimasti sulla carta”.

“Per il Wwf Livorno, - hanno concluso - rimane ferma l'idea che ancora una volta si è persa l'occasione per rilanciare fortemente un'immagine diversa del nostro territorio. La tanto decantata idea, delle Amministrazioni locali, di allungare la stagione turistica e di valorizzare i nostri patrimoni storico archeologico e naturalistico, vengono frustrati e vanificati dall'assenza di un vero cambio di passo nelle scelte che riguardano il futuro del nostro territorio”.


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