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Lavoro venerdì 20 dicembre 2019 ore 09:38

Il settore agricolo continua a soffrire

La Cia denuncia: "Annata agraria difficile con pochi segnali positivi Produzioni condizionate dall’andamento climatico e dai prezzi alla produzione"



CAMPIGLIA MARITTIMA — Per il presidente provinciale Pierpaolo Pasquini della Confederazione Italiana Agricoltori “il quadro economico agricolo, registra anche nel 2019 difficoltà sul fronte del reddito, che rimane l’aspetto di maggiore criticità per il settore sul territorio provinciale e le prospettive per il nuovo anno sono ancora all’insegna dell’incertezza”.

Criticità non solo legate ad aspetti di mercato, ha spiegato, ma particolarmente influenzate dalle variazioni climatiche che condizionano sempre più le scelte produttive. E le ultime annate agrarie dal punto di vista climatico, non hanno certo risparmiato il settore facendo sentire le conseguenze.

Nel settore cerealicolo si registrano minori rese e scarsa qualità, con un prodotto di peso specifico inferiore rispetto alla media del territorio livornese ed un basso contenuto di proteine.  La situazione sul fronte delle produzioni orticole a pieno campo, ha risentito delle bizzarrie del clima, ma il punto debole rimane lo scarso riconoscimento del prezzo del prodotto agli agricoltori. 

Per quanto riguarda il carciofo, coltura che caratterizza il territorio della Val di Cornia, l’anno in corso si è caratterizzato per una bassa redditività, a causa delle gelate tardive primaverili, che se da un lato non hanno danneggiato gli impianti, dall’altro hanno posticipato il periodo di raccolta, concentrato completamente nella tarda primavera, con conseguente presenza tardiva del prodotto sui mercati ed un prezzo all’agricoltore scarsamente remunerativo.

L’anno che sta per chiudersi ci consegna un bilancio allarmante per la produzione del miele con un calo generalizzato a livello nazionale ed anche nella nostra provincia, con picchi che in alcuni casi arrivano all’80 per cento. A fronte di questa situazione la Regione Toscana ha deciso di mettere a disposizione degli apicoltori un aiuto tramite la concessione di un finanziamento a tasso zero per compensare la mancata produzione e per il rispristino del patrimonio apistico ridotto a causa dell’andamento climatico.

Inizio di stagione difficile per il pomodoro da industria con una primavera fredda e piovosa che ha fatto ritardare i trapianti. Le rese sulle produzioni precoci e medio-precoci, sono risultate più basse degli altri anni, con cali produttivi superiori al 20 per cento rispetto al 2018. Il bel tempo dei mesi di settembre ed ottobre ha permesso di recuperare quantitativi di produzione, ma la resa media si sono attestate intorno ai 650 ql/ha con produzioni ridotte rispetto alle previsioni di inizio campagna. Sul fronte del prezzo alla produzione, situazione leggermente migliore rispetto all’anno passato anche se non ci sono grossi margini di redditività. Resta la problematica della disponibilità irrigua, per una coltura particolarmente idro-esigente con volumi di adacquamento di circa 3000 mc. ad ettaro.

Non è stata una annata da ricordare nemmeno per il settore olivicolo. L’andamento climatico, che ha favorito gli attacchi della mosca dell’olivo, principale parassita della coltura, hanno fatto registrare produzioni di qualità inferiore rispetto alla media, con situazioni di acidità fuori dai parametri della filiera extravergine/IGP. Sul piano quantitativo, non si sono verificate le riduzioni come nelle aree interne della Toscana, in generale le rese si sono dimostrate soddisfacenti anche se non omogenee sul territorio.

Quadro positivo invece per il settore vitivinicolo, la vendemmia che si è chiusa, invece, ha registrato buone rese con aspettative alte per un prodotto di buona qualità. Segno più anche per gli agriturismo con la ripresa delle presenze di ospiti stranieri, ma prezzi praticati, rimasti invariati rispetto all’anno precedente od addirittura in riduzione. Il settore biologico continua la propria crescita in termini di operatori, superfici e consumi, considerata la richiesta in ascesa sul mercato di produzioni biologiche, cui fa da contraltare la riduzione dei prezzi, stante un'offerta maggiore e la presenza ormai consolidata in vari circuiti, dai punti vendita specializzati. 

Un quadro non dei migliori che guarda anche alla necessità di un impegno forte contro lo sfruttamento dei lavoratori.


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