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Attualità sabato 12 marzo 2016 ore 14:55

Olio tunisino, la preoccupazione dei produttori

Il Parlamento Ue si prepara ad accogliere 35mila tonnellate l'anno in più di olio tunisino. Preoccupazione per le frodi e il falso made in Italy



SUVERETO — Sentiamo sempre più spesso parlare di Made in Italy. La notizia dell'Europarlamento, che ha approvato l'accordo di aiuti alla Tunisia che comprende l’importazione senza dazi nella Ue di 35.000 tonnellate in più l’anno di olio d’oliva nordafricano, creano disappunto nei produttori.

Il Comune di Suvereto fa proprie le perplessità per l'aumento delle importazioni dell'olio tunisino in Italia. “Pur condividendo gli obiettivi di solidarietà dell’Europa verso i Paesi in difficoltà - commenta il sindaco Giuliano Parodi - si tratta di un favore alla lobby degli imbottigliatori, una mazzata ai produttori e un pericolo per i consumatori. Sconcerta il voto favorevoli degli europarlamentari italiani, a partire da quelli del Pd”.

Per il Comune di Suvereto la decisione del Parlamento europeo va contro il lavoro degli agricoltori, in un momento in cui l’olio extravergine di oliva italiano subisce già colpi pesanti provenienti dalla contraffazione e dalle frodi, e nonostante tutto si sta qualificando come prodotto di eccellenza anche al di fuori dei confini nazionali, con grande impegno dei nostri produttori. 

"Anche noi come amministrazione comunale siamo impegnati nella valorizzazione di questo prodotto - continua l’assessore all’agricoltura di Suvereto Jessica Pasquini - favorendo il rapporto diretto consumatore-produttore, promuovendo il prodotto sui mercati, organizzando convegni sulle proprietà nutrizionali e salutistiche”.

In Val di Cornia, l'annata 2014 non è stata dei migliori ma il 2015 è stata molto buona. E il concorso di Suvereto ha passato a rassegna le migliori qualità. “La difesa del Made in Italy - conclude Pasquini - non dovrebbe avere colore politico e stare a cuore a tutti gli italiani. La risposta può venire solo dai territori, da una difesa delle produzioni locali e dalla filiera corta. Le aziende e i produttori che ci mettono la faccia sono l’unica garanzia per il consumatore”.


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