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Politica mercoledì 19 dicembre 2018 ore 09:21

Unione comunale Pd, si dimette Alberto Anselmi

Alberto Anselmi

Vice segretario dell'Unione comunale Pd al fianco di Bruna Geri da aprile 2018, Alberto Anselmi si è dimesso: "Ha prevalso lo stesso muro di gomma"



PIOMBINO — Alberto Anselmi si è dimesso da vice segretario dell'Unione comunale di Piombino Pd. Attivo nel settore Attività produttive, Commercio e Turismo nella nuova segreteria del Pd venutasi a creare con la nomina del segretario di Federazione Massimiliano Roventini a gennaio 2018, Alberto Anselmi era stato nominato vice segretario dell'Unione comunale Pd ad aprile 2018 affiancando il lavoro  della neosegretaria Bruna Geri arrivata dopo le dimissioni Ettore Rosalba.

In uno sfogo pubblicato su Facebook Alberto Anselmi ha spiegato le ragione del suo passo indietro.

"Considero conclusa la mia esperienza da vice segretario dell’Unione Comunale di Piombino. - si legge - Ho cercato in questi mesi di svolgere questo ruolo con lealtà, franchezza e spirito costruttivo per il bene del mio partito e della città. Mio malgrado sono venute meno quelle condizioni che avevano animato la scelta dello scorso aprile. Il tentativo di aprire una nuova stagione chiudendo definitivamente un ciclo politico è naufragato. Non si è verificata quella discontinuità che era alla base della nomina dell’attuale segretario Bruna Geri.

Il recente congresso regionale ha sancito, a Piombino, una maggioranza inequivocabile. Fabiani e l’area che lo rappresenta ha perso in tutti i circoli della città, in tutta la Val di Cornia eccetto il circolo di Cafaggio. Il rilievo politico di questo esito avrebbe dovuto quantomeno aprire una discussione interna. Restituire dignità alla parola democrazia, soprattutto in un partito che si definisce democratico, auspicavo dovesse essere il punto da cui ripartire. Eppure ha prevalso, ancora una volta, lo stesso muro di gomma.

Leggo inoltre, sempre più frequentemente, comunicati stampa a firma Pd di Piombino su temi delicati per la città. - ha aggiunto - Questo avviene senza alcun confronto o condivisione con gli organismi dirigenti del partito. Sintomo di una gestione di stampo padronale da parte di una ristretta cerchia di persone. Non lo posso accettare. Per l’impegno preso con le molte persone che hanno riposto la loro fiducia nell’area riformista di questo partito. Per non essere disposto ad assumermi responsabilità su decisioni prese da altri. In passato veniva emarginato il dissenso. Oggi c’è la pretesa di gestire un partito pur essendo minoranza. Ho tentato di proporre soluzioni trasversali al fine di non disperdere energie e trovare un equilibrio condiviso. Ho fallito. - e ha concluso - Che continui la politica di coloro che dicono di avere consenso in città".


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