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Attualità martedì 28 agosto 2018 ore 21:54

Rimateria, quali motivi dietro al referendum

Botta e risposta tra i lavoratori di Rimateria e il Comitato Salute Pubblica a proposito del referendum che sarà proposto in Consiglio



PIOMBINO — La richiesta delle opposizioni consiliare di un referendum per l'ampliamento o meno della discarica Rimateria, e l'avvio di un percorso partecipativo di trasparenza sul piano di sviluppo della società e l'ingresso dei privati nella stessa, ha suscitato diverse reazioni. Da un lato ci sono i lavoratori di Rimateria che tramite le Rsu si sono domandati se "sarebbe meglio aspettare le bonifiche e nel frattempo rendere disoccupati altri 50 lavoratori? Ci saremmo aspettati - hanno aggiunto - dalle forze politiche una battaglia affinché nell'accordo firmato da Governo, Regione e Comune si fosse reso cogente il ruolo di Rimateria. Invece ci ritroviamo un attacco contro il suo progetto".

Dall'altro il Comitato Salute Pubblica: "Le Rsu Rimateria hanno frainteso lo scopo del referendum che certo non è contro i lavoratori. - hanno risposto dal Comitato - Il referendum vuole semplicemente impedire che il piano industriale di Rimateria si modifichi sostanzialmente e che da ditta specializzata nel riciclo e al servizio del territorio si trasformi in ditta che farà profitti solo con nuovi spazi di discarica: la nuova enorme discarica da 2,5 milioni di metri cubi, a cui vogliono anche aggiungere anche altri 350mila metri cubi da ricavare con il rialzo della ex-Lucchini come hanno fatto con la ex-Asiu. L'ampiezza delle discariche progettate è tale che convoglierà a Piombino rifiuti speciali provenienti dal mercato nazionale, niente a che vedere con le bonifiche o con le esigenze locali. Del resto è quello che è avvenuto fino ad oggi: Rimateria non ha riciclato un solo Kg di rifiuti del Sin ed ha innalzato la vecchia discarica con rifiuti speciali provenienti da tutta Italia, rifiuti che ci hanno ammorbato con odori insopportabili. Il nuovo piano industriale di Rimateria ed il nuovo progetto inviato in Regione dimostrano che si vuole continuare su questa strada: fare profitti con le discariche. Le Rsu dovrebbero chiedere conto a chi ha la responsabilità di queste scelte, anzichè puntare il dito contro chi difende il territorio e la salute di tutti".

In merito al ciclo siderurgico le Rsu considerano la prospettiva di tornare a produrre tre milioni di tonnellate di acciaio con forni elettrici significherà importare più o meno la stessa quantità di rifiuti. "Il rifiuto da riciclo del rottame, ovvero dalla produzione di acciaio da forno elettrico, ammonterebbe, inoltre, a diverse centinaia di migliaia di tonnellate annue. Piombino avrebbe sia impianti di riciclo che impianti di smaltimento sotto il controllo pubblico: Rimateria, appunto. Invece si vorrebbe far saltare quest'ultima, facendo gestire i rifiuti al privato Jindal", hanno tuonato i rappresentati dei lavoratori.

Per nulla d'accordo dal Comitato secondo i quali "i rifiuti da forno elettrico, nelle industrie siderurgiche moderne vengono trasformati, direttamente all'interno del ciclo produttivo, in materie rivendibili". 

Rispondendo alla questione legata all'Accordo di programma, invece, il Comitato punta il dito alle forze politiche di maggioranza "le uniche che hanno avuto voce in capitolo che non sono riuscite a mettere nessun vincolo a Jsw Steel. Forse le Rsu non sanno che le forze di opposizione non hanno alcuna voce in capitolo e che l'acciaieria è di un privato? Forse non sanno che i rifiuti speciali non sono come gli urbani soggetti a privativa? Jsw Steel se mai avrà bisogno di far gestire ad altri i propri rifiuti si rivolgerà al mercato scegliendo la migliore offerta. Questa è la logica dei privati. I lavoratori non devono avere nulla da temere da chi come noi vuole che Rimateria rimanga pubblica e con finalità legate alla funzione sociale che ogni impresa deve avere".


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