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Lavoro martedì 30 ottobre 2018 ore 18:52

Protesta degli operai al Mise, Ugl e Usb dicono no

Non ci saranno le bandiere dell'Ugl e dell'Usb alla manifestazione al Mise promosso da Fim, Fiom e Uilm. Ecco perché hanno deciso di non andare



PIOMBINO — Tutto è pronto per la manifestazione di Fim, Fiom e Uilm alle porte del Ministero dello Sviluppo economico. Pullman pronti a partire già alle 4,30 del mattino da Cecina (rotonda ospedale), 4.45 da Donoratico (stazione), 5 da San Vincenzo (ex ristorante Il Cacciatore); sempre alle 5 partirà un altro pullman dalla portineria centrale Lucchini, alle 5,15 da Venturina (Fiera), alle 5,35 da Follonica (parcheggio supermercato Pam), 5,55 dal bivio di Ravi fermata San Giuseppe.

A Roma però non ci sarà l'Ugl e l'Unione sindacale di base che hanno già annunciato la non partecipazione a questa manifestazione di protesta contro il Governo. 

La bandiera di Ugl sventolerà però la bandiera in largo caduti sul lavoro "per continuare a tenere alta l'attenzione su una vertenza che nei fatti si dimostra tutt'altro che risolta", hanno riferito in una nota.

"Farlo oggi avrebbe valore se le istanze da portare al Governo fossero legate a tematiche precise, si parlasse di lavoro ma soprattutto di bonifiche e smantellamenti. - hanno aggiunto dall'Ugl - Perché se l'argomento fosse solo l'ammortizzatore allora prima di chiamare i lavoratori a protestare sarebbe stato utile approfondire altri aspetti. In primo luogo: sono terminate, per una cattiva gestione aziendale, le ore dell'ammortizzatore, in scadenza il prossimo Dicembre. Per assurdo ci risulta un disavanzo sui soldi finanziati per quello strumento, risorse ormai destinate. Per quale motivo queste non possono essere utilizzate per terminare il periodo già autorizzato e che fine faranno? - e ancora - Il nuovo decreto, uscito da pochi giorni, prevede che per accedervi un'azienda abbia esaurito tutti i periodi di ammortizzatori. Per Aferpi questo requisito non sussiste. Infatti ci sarebbero altri 13/14 mesi e oltre a questo strumento la possibilità di ricorrete anche ai 12 mesi per le aree di crisi complessa come Piombino. Forse questi aspetti meritavano un approfondimento tecnico e solo allora condividere forme di protesta".

Intanto l'Ugl ha chiesto da giorni un confronto con la unità di crisi della Regione Toscana e con la direzione generale degli ammortizzatori sociali. 

L'Usb invece ha deciso di non prendere parte alla protesta per una serie di ragioni: quella di non poter partecipare al possibile incontro con i responsabili del Mise dal momento che non hanno Rsu, ma soprattutto perché "la lotta va fatta in primis a Piombino contro chi ci ha messo in queste condizioni consumando tutto il monte ore della Cigs. Ci pare politicamente scorretto - hanno concluso - chiedere di nuovo al Governo di cambiare decreto e spostarlo di due mesi indietro".


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