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Lavoro martedì 30 gennaio 2018 ore 09:55

Aferpi, Usb protesta, chiesto cambio di strategia

Massimo Lami

Dal cavalcavia in largo caduti sul lavoro l'Unione sindacale di base critica la strada del contenzioso e spinge per la nazionalizzazione



PIOMBINO — "E' arrivato il momento di cambiare strategia altrimenti sarà la fine", così l'Unione sindacale di base ha alzato la voce in merito alla questione Aferpi e alla piega presa nell'ultimo periodo. Quella del conte

"Si perché il contenzioso sarebbe un errore e un pericolo per tutti. - hanno aggiunto sollecitando il Governo a farsi carico della situazione - Nel nostro paese i tempi dei contenziosi legali sono lunghissimi. Tutti ne sono consapevoli ma nonostante ciò la strategia che è stata intrapresa per risolvere la vicenda Aferpi è proprio questa. Una non strategia dal punto di vista sindacale".

Sarà la cosa migliore per i lavoratori e per questo territorio? Quali saranno le conseguenze per i lavoratori? Domande lecite quelle dell'Usb che nella mattinata verranno ribadite durante l'assemblea dei lavoratori che l'Usb ha organizzato dalle 10.30 in largo caduti sul lavoro a Piombino alla guida di Massimo Lami e Andrea Marianelli.

"Siamo in emergenza. Nonostante questo si continua a trattare con il Governo senza alzare l’asticella delle richieste, si tratta con il sorriso come se nulla fosse.
Ma è il Governo che deve decidere una volta per tutte se continuare a trattare i lavoratori piombinesi come di serie B o se intervenire, come a Taranto con la cassa depositi e prestiti. Lo potrebbe fare in partecipazione con Rebrab oppure, visto che non ci sono vie d’uscita, nazionalizzando l’intero stabilimento", hanno specificato vedendo nella nazionalizzazione la via d'uscita rispetto alla possibile svendita a multinazionali di settore straniere.

L'Unione sindacale di base ha lanciato l'appello: "Ai lavoratori diciamo di non farsi confondere. Questi sindacati (Fim, Fiom e Uilm, ndr) si scandalizzano quando sentono la parola nazionalizzazione ma non si sono mai scandalizzati quando c’era da stare buoni durante l’approvazione del Job Act o la riforma delle pensioni. Nessuno si è scandalizzato troppo quando è stato abolito l’articolo 18. E’ solo una questione di volontà".

Intanto nel pomeriggio è previsto l'incontro al Ministero dello Sviluppo economico nella speranza di ottenere aggiornamenti sulla vertenza (leggi qui sotto gli articoli correlati).

Dina Maria Laurenzi
© Riproduzione riservata


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