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Lavoro giovedì 21 marzo 2019 ore 19:00

Acciaio al piombo e investimenti, "dubbi motivati"

Sabrina Nigro

La segreteria provinciale Uglm ha posto la lente su questi due aspetti legati allo stabilimento siderurgico piombinese e spiega il perché dei dubbi



PIOMBINO — Acciaio al piombo e autorizzazione a costruire, questi i due aspetti che riguardano lo stabilimento siderurgico piombinese. 

"Rispetto alla questione del piombo, come Uglm, abbiamo da subito espresso notevoli dubbi sulla tipologia. - hanno riferito in una nota della segreteria provinciale Uglm - Dubbi motivati non dettati dall'essere contrari a priori come qualcuno strumentalmente vorrebbe far credere. Questo tipo di lavorazione, proprio a causa dei rischi e delle numerosi prescrizioni previste per una corretta procedura operativa e tutela della salute dei lavoratori, non contempla la sua presenza in molti siti italiani. Quindi - ha spiegato il sindacato - il test previsto nei prossimi giorni potrebbe non limitarsi ad una semplice prova ma trasformarsi in un tentativo di trovare mercato visto le poche aziende disponibili a fare una tipologia così impattante. Il nostro territorio ha già la problematica dell'amianto, un'area intera (Sin) con presenza certificata di varie sostanze nocive presenti. Andare nuovamente a introdurre una lavorazione di questo tipo potrebbe aggravare un quadro già fortemente compromesso per lavoratori e non solo". 

Uglm ha approfondito anche un altro aspetto legato alla normativa in Italia per accertare l'inquinamento ambientale prodotto dal piombo aerodisperso che si basa su dati risalenti a 10 anni fa. Oppure, confrontando i valori limite di esposizione tra Italia e Giappone, dove la normativa risale al 2018, la differenza è di 60 (mcg/dL) a 15 (mcg/dL).

Per quanto riguarda l'investimento annunciato in questi giorni, "come sindacato che rappresenta lavoratori in attesa di una ripresa lavorativa accogliamo questo annuncio in maniera positiva. - hanno commentato - Mai si potrebbe criticare un investimento così importante, ma ci riserviamo di esultare solo quando sarà effettivamente realizzato. Sì perché l'iter autorizzativo ha le sue tempistiche. Se l’impianto per la tempra delle rotaie è oggi così determinante per stare al passo con i concorrenti e quadruplicare la presenza di Aferpi sul mercato dell’alta velocità perché non è stato presentato prima?".

A Maggio è previsto un nuovo incontro al Ministero e magari potrebbe essere l'occasione giusta "per capire realmente le tipologie di lavorazione previste e gli impianti. L' azienda sembra aver dichiarato che, nel piano industriale, Jindal era già stato molto chiaro e che il laminatoio non sarebbe stato spostato. Ci viene da domandarci: il potenziale forno elettrico allora dove sarà collocato visto che si parla oggi di investimenti sempre nella stessa area, negli attuali spazi nel cuore della città?".

Ma secondo Uglm ci sarebbe un cortocircuito. Se la prima variante Aferpi era stata ritenuta necessaria per allontanare gli impianti dalla città, con questa nuova ipotesi di variante si vanificherebbe parte dell'Accordo di programma.

"Arrivati a questo punto riteniamo urgente un incontro con il Ministero e la Regione Toscana perché gli attori di questa vicenda sono molti. Certo i primi restano sempre i lavoratori e un territorio che ha bisogno di chiarezza ma anche di sicurezza e salute", hanno concluso.


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