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Attualità venerdì 08 dicembre 2017 ore 11:49

"Sarà un pessimo Natale"

La lettera di Usb Piombino che sottolinea l'incertezza in cui vivranno questo periodo di feste i lavoratori Aferpi e quelli dell'indotto



PIOMBINO — "Caro Babbo Natale, caro ministro Calenda, care Fim, Fiom e Uilm sappiate che sarà un pessimo Natale quello che passeranno i lavoratori occupati alla ex Lucchini, ma sarà ancora peggio per tutti i lavoratori dell’indotto che non hanno lo stipendio e che stanno per finire gli ammortizzatori sociali per non parlare delle lavoratrici e mamme delle pulizie e mense che rischiano di avere un bel regalo sotto l’albero, la lettera di licenziamento".

Ha esordito così la lettera dell'Usb Piombino per sottolineare la grande incertezza che ruota attorno ai lavoratori delle acciaierie piombinesi e dell'indotto. Era Pasqua quando le rsu Aferpi, avevano occupato la sala del consiglio comunale e arrivato il Natale; mossa non condivisa dall'Usb. Oggi, pur avanzando l'ipotesi della risoluzione del contratto per Cevital da parte del Governo, la situazione resta comunque nell'incertezza del futuro. Incertezza nella quale sono coinvolte centinaia di famiglie.

"La profonda crisi industriale che attraversa il nostro Paese mette alla porta migliaia di lavoratori, Usb approfitta del passaggio di Babbo Natale scrive la sua letterina ricordando a tutti che Piombino sta muorendo grazie al Governo che poi alla fine è l’unico responsabile della vicenda Aferpi e grazie a Fim Fiom e Uilm che hanno fatto di tutto per scagionarlo, visto le posizioni prese da giugno ad oggi,qualcuno pensa veramente che un nuovo commissario sia la soluzione? Di che? Oppure come dice il ministro dare in mano la fabbrica a chi si intende di acciaio ma esiste questo soggetto? Noi sappiamo che adesso siamo alla fine e che se passa ancora il tempo sarà la fine di un territorio e il Governo ne passerà vincitore, comunque vada a finire la vicenda, visto che anche ieri ha ripetuto più volte che le decisione prese dal ministro sono state sempre in accordo con Fim Fiom e Uilm, Aferpi ha fatto solo il suo mestiere e le conseguenze sono la realtà di oggi".

"Cambiano i padroni, - hanno aggiunto - ma a pagare le conseguenze di questa crisi sono sempre le categorie più deboli. Il risultato di tutto questo non garantisce la salvaguardia della fabbrica come il nostro passato ci ha insegnato, ma sicuramente avrà un impatto sociale drammatico, la crisi colpisce tutti i settori, e rende praticamente impossibile potersi reinserire nel mondo del lavoro, se sei un padre o una madre di famiglia con magari più di 50 anni, questo mondo nella maggior parte dei casi, ti riserva precarietà a qualsiasi condizione, facendo perdere alle persone non solo potere d’acquisto e fiducia nel futuro, ma anche la dignità".


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