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Attualità sabato 09 maggio 2015 ore 18:27

Così ho risolto la situazione, parla Delfino

Il vice questore spiega come ieri, attraverso il dialogo, è riuscito a sbrogliare una situazione che poteva degenerare velocemente



CAMPIGLIA MARITTIMA — Una situazione esplosiva risolta con il dialogo. E a dialogare con i migranti ieri nella stazione di Campiglia Marittima c'era Walter Delfino, vice questore e capo del commissariato di Piombino.

"Ma non ho fatto niente di particolare - commenta - ho solo dialogato, capito e dato alcune risposte. Così la tensione è calata, queste persone vanno in un certo senso comprese".

Anche se in un primo momento non era di facile decifrazione: i migranti, provenienti da una struttura siciliana non accettavano la nuova destinazione, l’hotel 5 Lecci e le motivazioni non erano immediatamente comprensibli: niente wi-fi e tv.

"Qualche mese fa - racconta Delfino - ho lavorato a lungo in Sicilia, in uno dei centri di raccolta dei migranti più grandi. L’esperienza maturata mi ha aiutato. Conosco le esigenze di queste persone che fuggono dalla guerra e so cosa puoi concedere e su cosa devi restare rigido. Ma alla fine il dialogo è l’arma migliore".

"Abbiamo chiesto a ognuno dei quindici, a turno, di dirci quali esigenze avevano. Diciamo che c’erano una serie di problemi da affrontare. Ma è sbagliato far passare la richiesta della tv e del wifi come un desiderio di comodità. Non è così. Queste persone hanno necessità di stare in contatto con le famiglie. Molti hanno lasciato moglie e figli in Africa, oppure hanno parenti che sono emigrati in altre zone d’Europa. Non possiamo isolarli del tutto. E poi provenivano da una zona dove queste cose le avevano, qualcuno stava già lavorando: ho visto telefonini, ma anche computer portatili".

E poi c’erano i problemi religiosi. "Anche questo aspetto ha pesato. Ma dopo le prime tensioni ci siamo capiti. Ho preso in macchina con me i due-tre che erano più agitati e li ho portati a fare un giro. Hanno visto la zona, abbiamo parlato ancora. Chiedono solo di avere un’opportunità di vita. Credo che un paese civile come il nostro debba accoglierli nel modo migliore".


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