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Attualità martedì 19 novembre 2019 ore 08:28

"Scongiurare il fallimento di Rimateria"

Alberta Ticciati e Alessandro Massimo Bandini

I sindaci Ticciati e Bandini: "Non esistono piani alternativi di messa in sicurezza e bonifica. Soluzioni non ne ha neanche la giunta Ferrari"



CAMPIGLIA MARITTIMA — I sindaci di Campiglia Marittima e San Vincenzo, Alberta Ticciati e Alessandro Massimo Bandini sono intervenuti a seguito dell'assemblea dei soci Asiu che si è svolta nel pomeriggio di lunedì 18 Novembre. I due sindaci hanno espresso preoccupazione in merito alle prospettive dell'azienda e dei posti di lavoro che danno da vivere a 45 famiglie. 

Durante l'assemblea, infatti, è emerso che i rifiuti delle bonifiche e dell'attività siderurgica, come indicato dalla Regione Toscana, non sarebbero sufficienti a tenere in piedi Rimateria (leggi qui l'articolo correlato).

"Il presidente di Rimateria Pellati ha presentato ai soci Asiu due possibili scenari di sviluppo che porterebbero a due piani industriali diversi: - hanno spiegato - il primo con scadenza 2020 consistente nel conferimento dei rifiuti autorizzati nel solo cono rovescio. Questa ipotesi, come esplicitato dal presidente Pellati, per ovvi motivi di sostenibilità economica dell’azienda comporterebbe la messa in liquidazione di Rimateria con la conseguente impossibilità di completare la messa in sicurezza delle discariche esistenti e di bonificare la LI53. Il secondo scenario consisterebbe nel completamento del cono rovescio e nella riprofilatura della discarica ex Lucchini, con scadenza presumibile nel 2024". 

"Questa ipotesi, - hanno commentato i due sindaci - oltre a non lasciare 45 famiglie senza stipendio, consentirebbe il completamento della messa in sicurezza delle due discariche, lo smaltimento dei cumuli e la bonifica della LI53". 

I comuni di Campiglia, San Vincenzo, Sassetta e Castagneto Carducci hanno espresso parere positivo su questa seconda ipotesi "per garantire il risanamento delle aree interessate e per non lasciare senza stipendio i dipendenti, pur prevedendo l’esaurimento della società al 2024". 

"I comuni di Suvereto e Piombino, hanno invece dichiarato di volersi astenere dal dare un mandato ad Asiu, sebbene il presidente Pellati abbia fatto più volte presente che Rimateria non può permettersi di procrastinare una scelta e che con il primo scenario non sarà in grado di sopravvivere e quindi di provvedere allo smaltimento dei cumuli, alla bonifica della LI53 e sebbene, così stante la situazione, già da Dicembre l’azienda non potrà pagare gli stipendi ai dipendenti". 

"Ciò che appare surreale è che all’uscita dall’assemblea, di fronte ai lavoratori di Rimateria, il sindaco Ferrari ha più volte scaricato totalmente sulla Regione la responsabilità dell’attuale situazione di RiMateria senza minimamente ricordare non soltanto la sferzante campagna elettorale fatta di fronte ai cancelli dell’azienda ma anche l’auspicio reiteratamente rimarcato, in ultimo in occasione della Via, di arrivare alla chiusura della discarica". Recentemente la Regione Toscana ha emesso una diffida che di fatto sospende i conferimenti fino a quando Rimateria non metta a punto tutte le azioni per la messa a norma della discarica (leggi qui l'articolo correlato).

"La nostra posizione in assemblea è stata, ancora una volta, chiara e netta. - hanno sottolineato i due sindaci - È necessario scongiurare il fallimento dell’azienda in quanto non esistono, ad oggi, piani alternativi di messa in sicurezza e bonifica ambientale di quell’area. Appuriamo con dispiacere che soluzioni alternative non ne ha neanche la giunta Ferrari, che ha lavorato per demolire Rimateria senza prima esser certa di disporre di un piano B immediatamente percorribile e, quindi, senza evidentemente preoccuparsi delle conseguenze né a livello ambientale né a livello di tutela dei posti di lavoro. L’attività di amministratori responsabili - hanno concluso - non dovrebbe ridursi alla ricerca del consenso elettorale, in questo caso, assumersi la responsabilità di minimizzare il disagio dei cittadini, senza per questo rinunciare a tutelare l’ambiente, la salute dei cittadini, i posti di lavoro e le famiglie coinvolte".


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