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Attualità venerdì 06 settembre 2019 ore 08:36

Rimateria, la posizione della sindaca Ticciati

La sindaca Ticciati: “Si al raddoppio o no al raddoppio a priori non rappresentano la posizione politica di Campiglia”



CAMPIGLIA MARITTIMA — “Il tema Rimateria è argomento complesso che va affrontato con il necessario approfondimento e l’adeguata serietà e responsabilità, senza cedere all’istinto, ahimè diffuso, di rimanere solo in superficie della questione e semplificare”, così la sindaca Alberta Ticciati è intervenuta sulla questione discarica. 

L’intervento è stato riportato nella newsletter del Comune di Campiglia Marittima.

“Per intendersi - ha aggiunto - sì al raddoppio o no al raddoppio a priori non rappresentano la posizione politica di Campiglia. Noi crediamo che Rimateria debba essere inserita nel contesto territoriale e valutata in base agli obiettivi e alle prospettive che i Comuni pensano la società debba avere. Noi crediamo sia importante dare la possibilità alla società di stare in piedi e divenire quello strumento necessario per realizzare le bonifiche, in primis del sito di discarica e del sito industriale piombinese. Il percorso che immaginiamo - ha proseguito - è quello che consenta di mettere in sicurezza la discarica, programmare il post mortem e poi chiudere il sito di smaltimento. Coerentemente con il piano industriale della società, approvato dai consigli comunali, vogliamo supportare e sollecitare il revamping dell’ex impianto TAP così da dar vita alla famosa economia circolare che consentirebbe non soltanto di utilizzare scarti, trasformarli e produrre materiali da mettere sul mercato, riducendo l’utilizzo dei materiali vergini, diminuendo i rifiuti da discarica e producendo così nuove risorse economiche e risparmi per il pubblico e il privato, ma anche lavorare a una nuova idea di sviluppo economico sostenibile, tutela dell’ambiente e del territorio”.

“Questa idea e prospettiva del territorio si deve misurare con la sostenibilità economica di un’azienda. - ha sottolineato Ticciati - Dire consentiamo il cono rovescio (18 mesi di lavoro) e poi stop a prescindere, significa mettere a repentaglio non soltanto la prospettiva di cui sopra, il fallimento di una società, la perdita di posti di lavoro, ma creare allora sì, le condizioni di pericolo per la salute dei cittadini e dell’ambiente, abbandonando un sito di discarica, come noto, non ancora in sicurezza. Noi crediamo che gli Enti pubblici debbano talvolta fare scelte forse non popolari, forse non semplici, ma che guardino però avanti, nell’interesse anche di quei cittadini che nell’immediato possano fare i conti con alcuni disagi legati a quelle azioni”.


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