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Politica domenica 20 ottobre 2019 ore 11:03

Cave, "costruire alternative occupazionali"

Foto di repertorio

Il Gruppo 2019 riprende le parole di Unicalve: "Nonostante le continue concessioni al settore estrattivo, persi in vent’anni l’80% dei dipendenti"



CAMPIGLIA MARITTIMA — "L’allarme lanciato dai lavoratori dell’Unicalce è molto utile a far chiarezza. I lavoratori evidenziano come dal 2000 ad oggi si siano persi 55 posti di lavoro, quasi l’80% e che nel pianificare ogni scelta strategica, ivi compresa quella di andare ad una progressiva riduzione dell’incidenza delle cave nell’economia locale, occorre pianificare da subito e con chiarezza l’alternativa", così il Gruppo 2019 è intervenuto in merito alla questione legata all'attività estrattiva, alla posizione dei sindaci del territorio e all'aspetto occupazionale ad esso legato.

"Alcuni dubbi debbono essere fugati. - hanno commentato - Nessun amministratore sano di mente si impegna a distruggere posti di lavoro, al di là dell’episodio di questi giorni delle osservazioni al Piano Regionale Cave, il Comune avrebbe comunque dovuto impegnarsi nel costruire alternative occupazionali concrete ai settori oggi in crisi come quello estrattivo. Non è stato fatto per le acciaierie con i risultati evidenti a tutti, dobbiamo evitare in ogni modo che le Amministrazioni osservino inerti lo stillicidio di posti di lavoro anche nel settore estrattivo senza pianificare un’alternativa. - hanno sostenuto dalla lista civica - Alternative che sono già indicate, persino nel Piano Regionale Cave, e che spingono verso l’innovazione del processo industriale, verso il riuso, recupero e riciclo dei materiali di scarto (di cui la Val di Cornia è forse la più grande cava regionale) e nell’investimento sugli altri settori economici e produttivi da coltivare sulle colline. Lavorarci in tempo è tutt’altro che impossibile con beneficio non solo dei lavoratori oggi impiegati nelle attività estrattive e nell’indotto ma anche di tutti gli altri cittadini della Val di Cornia".

"L’esempio dell’Unicalce è calzante: nonostante le continue concessioni del Comune di Campiglia al settore estrattivo, persi in vent’anni l’80% dei dipendenti. Serve un'altra politica economica locale", hanno concluso.


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