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Attualità venerdì 14 luglio 2017 ore 08:23

Alcool e ludopatie, una mano dal terzo settore

Foto di repertorio

Il convegno romano, al quale ha partecipato il venturinese Bianchi, è servito a sollecitare un filo diretto tra soggetti pubblici e associazionismo



CAMPIGLIA MARITTIMA — Il venturinese Manfredo Bianchi, come vicepresidente nazionale dell’associazione Aicat, è stato invitato a Roma al Ministero della Salute per illustrare l'esperienza e l'attività dell'associazione in occasione del ventennale della morte dell’ideatore del metodo messo in pratica dall’associazione, il professor Vladimir Hudolin.

Un’esperienza, quella organizzata da dall'Associazioni Italiana dei Club Alcologici Territoriali, preziosa che è servita a sollecitare risultati concreti nell’integrazione dell’attività dei soggetti pubblici e del terzo settore che operano per affrontare e risolvere le sofferenze personali e sociali di varia origine, tra cui alcolismo e ludopatie. “Abbiamo aperto un percorso – spiega Manfredo Bianchi - consegnando un documento con delle richieste che vanno dalla partecipazione al tavolo sul gioco d’azzardo patologico e la riattivazione della consulta nazionale sull’alcool; inoltre abbiamo chiesto che il corso formativo che abbiamo al nostro interno sia accreditato automaticamente per gli operatori del servizio pubblico sanitario”.

Nel nostro territorio l'Associazioni Italiana dei Club Alcologici Territoriali è presieduta da Antonio Manescalchi

"Faccio i complimenti all'Associazione Aicat di Venturina Terme rappresentata da Manfredo Bianchi per aver portato il proprio contributo all'importante convegno organizzato dal Ministero della Sanità. - ha detto l'assessora locale alle Politiche sociali Alberta Ticciati - Un riconoscimento forte del lavoro che l'associazione sta portando avanti sul territorio e non solo. L'auspicio e l'impegno anche a livello locale è quello di far si che l'integrazione tra sociale e sanitario, tra associazionismo di questo tipo e servizio di cura, inteso come relazione medico-paziente, possa gradualmente strutturarsi, arricchire e supportare il percorso della persona in difficoltà che spesso non ha bisogno soltanto del rimedio sanitario, ma anche di un accompagnamento sociale e umano in grado di reimmettere e reintegrare il soggetto all'interno del contesto familiare, nonché della comunità che abita".


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